La Costituzione Italiana, Art. 3 : Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

giovedì 22 aprile 2010

Il modello di società imposto


Sono pietrificato. C'è gente che ancora crede che siamo in democrazia!
Addirittura, parlando con molte e varie persone, tutte credono che gli ambienti di lavoro siano luoghi dove regna la democrazia! Cose da pazzi! Ma allora mi chiedo: ma dove vive questa gente? Sono io l'unico sfigato che è capitato in posti dove se non sei perfettamente allineato vieni trattato come una merda? Mi farebbe piacere (essere io l'unico sfigato, ndr), dico sul serio, ma non è così. Credo invece, che tutta la classe operaia, impiegati compresi, siano oggetto di sfruttamento e di vessazione; credo che sia in atto una regressione verso i livelli della metà del 20°secolo, e credo che alla nostra benemerita classe politica non gliene frega una cippa. Anzi, no: gliene frega eccome!
Tuttavia, che non debba essere una democrazia l'ambiente lavorativo, credo sia una cosa giusta in quanto se ogni decisione dovesse essere messa alle votazioni, non si andrebbe avanti col lavoro, e ci si perderebbe in mille discussioni di carattere per lo più personale; ma proprio in quanto non democratico, l'ambiente lavorativo, ha bisogno di una guida gerarchica con competenze certe e, soprattutto, fatta di persone affidabili: esattamente quello che manca. Purtroppo è questo il grave difetto del mondo del lavoro di oggi, vengono cioè mandati avanti personaggi che hanno avuto il loro merito nell'arruffianarsi il loro referente, il quale si guarda bene dal fare una valutazione in base al merito, in quanto, l'inettitudine del primo tornerà vantaggiosa per lo scaricabarile del secondo in caso di necessità. Così va avanti l'affossamento professionale di tutti coloro che osano mettere in discussione la capacità - presunta ma inesistente - del loro "superiore", che prontamente li squalifica a lavori non adatti quando non umilianti e, peggio, fa lo stesso con chi dovesse aiutarli a riscattarsi ma anche solo mostrare loro solidarietà. È qui che dovrebbe entrare in gioco la democrazia, attraverso la costituzione, che implica che una persona non sia diversa giuridicamente da un'altra, e che quindi non debba essere oggetto di violenza discriminatoria per ciò che pensa, e che debba essere messa in condizione di non subire soprusi di alcun tipo: mobbing all'ordine del giorno in tante realtà lavorative.

"Faccia così, dica cosà" tuona la gente, sulle varie problematiche nelle quale si imbatte, pretendendo che la mia voce venga ascoltata dai vertici aziendali. Hanno la testa altrove, evidentemente.
Viviamo in un paese, dove un'impresa esterna che prende in appalto lavori dallo stato, deve aspettare anche anni per essere pagata, con il rischio del fallimento. Lo stato è il primo a dare il cattivo esempio.
Viviamo in un paese dove, chi vuole far bene il suo mestiere, è visto come un rompipalle: si, perché qua in Italia si va' un tanto al metro.
Viviamo in un paese, dove, chi è dovuto emigrare per trovare lavoro, raramente e quasi sempre solo per estrema necessità, vorrebbe ritornare. Viviamo in un paese dove se fai missioni umanitarie, rischi che in caso di necessità lo stato se ne infischi di te. Così come se ne infischia dei lavoratori, lasciando campo libero a tutti i soprusi dei padroni: si, padroni, non più datori di lavoro, ma padroni della nostra vita.
Il modello che si va profilando, per l'Italia, e un po' come quello del Marocco: da una parte gente straricca che vive nel lusso, ville sontuose, macchine sportive, con i figli che frequentano scuole private e che sono distaccati completamente dai problemi di quelli dall'altra parte, quelli che vivono in povertà, stipati in bidonville, che non sanno neppure se arriveranno al giorno dopo, in condizioni di igiene inesistente; in mezzo alle due situazioni estreme, la stragrande maggior parte della gente, di poco al di sopra della soglia di povertà, che vive una vita precaria senza un lavoro sicuro, che manda i figli, con immensi sforzi, alla scuola pubblica, scuola sempre più inefficiente per il continuo taglio del budget a sua disposizione, scuola insufficiente a fornire un'istruzione adeguata a formare individui in grado di contestare la politica, di opporsi alle ingiustizie con cognizione. Dalla scuola pubblica, sempre più, usciranno persone facilmente plasmabili, che si andranno ad aggiungere alla fascia centrale della popolazione da spremere.
Questo è il modello di società che le lobby dominanti vogliono. Lobby economiche, lobby politiche.
Vorrei tanto che la gente non si allineasse: io non l'ho fatto, ed ora sono punito dalla mia azienda. Ma essere in punizione, in questo caso, è un dato positivo. Subisco, ma significa che non condivido la loro gestione delle persone come fossero oggetti. Se ci fosse coesione tra i dipendenti queste cose non succederebbero e, ne sono certo, se ne avvantaggerebbe anche l'azienda. Ma quello che vogliono è la coercizione, il potere di fare ciò che vogliono sulla mente dei dipendenti; in questo caso, essi possono vantare un'impunità maggiore sui torti fatti e sugli incidenti dovuti ad imperizia.
Il degrado delle maestranze, apporta un reale vantaggio economico perché se da un lato ci perde l'azienda sul piano di un cattivo servizio reso da una persona infelice, dall'altro, con il salario misero che pagano, il disinvestimento nelle questioni di sicurezza e la diminuzione sostanziale del rischio reale di un risarcimento per torti subiti dall'operaio, uniamo a tutto questo la speculazione sui beni di consumo che non trovano nessun riscatto dei produttori attraverso la politica di un giusto prezzo (basta pensare a quanto costa in negozio un Kilogrammo di formaggio Parmigiano-Reggiano e quanto costa al produttore farlo: dicesi prodotto civetta), ed il gioco è fatto.
I nostri signori e padroni si arricchiscono sempre più, ci spremono ben bene e poi alla prima occasione ci mollano nel fango. Sindacato dove sei?
Non so negli altri stati, ma in Italia, ormai da almeno due decenni, è venuta a mancare una politica fatta per i lavoratori, a loro tutela, manca un organo di difesa che possa intervenire per lo meno in casi limite di sicurezza e di mobbing - per il quale non esiste ancora una legge! - con pesanti sanzioni e pene certe. Insomma, al momento è un bello schifo.

venerdì 9 aprile 2010

Per non aver problemi


Siamo alle solite.
Ora che Napolitano ha firmato la legge per il legittimo impedimento, si pone la domanda che mette in discussione - per l'ennesima volta - la Costituzione Italiana.
Lo so che sono duro di comprendonio, ma il perché si debba fare sempre, a cadenza quasi regolare da quando c'è il Berlusca, qualcosa di anticostituzionale, non riesco a capirlo. E se lo capisco, non mi va bene. È mai possibile che si dia spazio ad un personaggio simile? Cari miei, ha ragione Travaglio quando dice, nel suo editoriale, che evidentemente, al contrario della legge che modificava l'Art. 18 dello statuto dei lavoratori (che ha respinto senza ravvisarne l'anticostituzionalità!), che non ha firmato, questa sul legittimo impedimento, gli è piaciuta un sacco! Poi non si dovrebbe criticare un presidente così?!? No, dico, siamo all'undicesima legge vergogna che firma in 4 anni! Poi non si dovrebbe credere che siano pappa e ciccia.
Lo ammetto: quando ho saputo che non firmava il ddl sul lavoro, un po' ho esultato. Poco mi importava delle ragioni per cui non lo aveva fatto, riconosco la mia superficialità.

 
Ne emerge una collegamento di intenti che fa presumere il legame Napolitano/Berlusconi lasciando pochi dubbi. Per conto mio, non ne ho.
Un paese allo sfascio. Questo siamo, con il beneplacito della stragrande parte dei nostri fantastici politici.
Proprio in questi giorni, leggo che la TAV costerebbe, senza contare la distruzione del territorio, 4 volte il ponte sullo stretto. Qualcosa come 120 milioni a chilometro(cifra di inizio lavori). Ci ritroveremo l'area devastata ed un debito insanabile. Tanto vale che cominciamo ad arredare un angolo di rovine con qualche cartone e qualche nylon per quando piove. In alternativa potrei cominciare a fare il cecchino con palle di feci, dai palazzi nei pressi di Palazzo Chigi. Vandalo, si, ma per il bene dell'Italia.
Precisando che, essendo io contro ogni forma di violenza, non farei mai una cosa del genere, ecco il vero post:

 
Nonostante la continua denuncia di situazioni al limite del sostenibile, da parte dei lavoratori, nei più disparati settori, le direzioni adottano un comportamento omogeneo: ignorare, fino al limite dell'inoperatività, i problemi che affliggono ora gli strumenti, ora l'operaio, arrivando ad assumere connotazioni d'abitudine consolidate di modus operandi imposte dai vertici dell'azienda. Gli organi di controllo, inesistenti - anche se esistono, ma non si sa a quale scopo, che non sia diverso dall'intascare soldi - non fanno un cazzo per i lavoratori: l'operaio continua a respirarsi merda, a spaccarsi la schiena, l'impiegato continua ad essere sanzionato, a prendersi insolenze non essendo responsabile per disservizi puntualmente segnalati da lui stesso alla direzione, ed a essere punito per situazioni venutesi a creare per insolvenze nella gestione e per averle denunciate al "capetto" di turno.
Consiglio, anche qui, una soluzione drastica: un bel martello!
Se c'è un macchinario o un dispositivo, che non funziona correttamente, ma viene lasciato così perché non si ripara finché non smette di funzionare completamente, col martello si pone fine al supplizio del dipendente infierendo con tenacia sull'oggetto, in modo da rendere necessario, senza dubbi di sorta, l'intervento di un tecnico che ne ripristini la funzionalità. Verrebbe da infierire con la mazza anche sul capo del capo, ma invito a soprassedere per evidenti ripercussioni penali. Fatto sta, che a tutt'oggi, tanti operai ed impiegati, in onor del quieto vivere, si sobbarcano conseguenze anche a scapito della salute, quando non pecuniarie che vanno ad incidere sul già basso salario. Grosso errore: per star bene oggi si sta male per anni! Operai, uniamoci! Cos'è accaduto per cui ci siamo separati a scapito del bene comune? La Manovra! Mi riferisco all'imbarbarimento del sentire comune attraverso lo strumento dei media, il rimbambimento.
Tutto ciò rispecchia - ovviamente - la mentalità popolare di assuefazione al sopruso ("meglio così che peggio!") che ci sta velocemente privando dei diritti ottenuti in decine di anni di lotta sindacale. I sindacati: troppe volte mi son sentito dire dal sindacato" "non svegliare il can che dorme"... Ma siamo noi il can che dorme! Anzi siamo in catalessi! Tra un po' ci seppelliscono vivi! A cosa serve un sindacato, se non a far valere i diritti dei lavoratori? Al momento il sindacato è un apparato inutile, delegittimato anche dalla scarsa adesione che ha in alcuni settori e/o in alcune imprese. A scapito di noi lavoratori, gli imprenditori si stanno facendo loro complici, centinaia di altri operai, con la promessa di chissà quali compensi, che li inducono a trattare i loro pari come fossero merde, promuovendoli a capetti - anche se l'unica attitudine è quella di leccare il culo - in grado di umiliare, senza cognizione di causa, un loro collega che si permetta di dissentire sulla benché minima cosa.
Quello che non hanno capito, è che appena cessano di essere utili allo scopo del loro superiore, essi stessi verranno messi da parte e/o umiliati alla stregua dei loro sottoposti.
Sto sempre più capendo che, a parte quei pochi che mi leggono (lo so che voi siete dalla mia parte o che comunque condividete il riscatto che vorrei per i popoli del mondo!) e quei pochi che leggo, la massa della gente è anestetizzata dalla tv e non gliene frega niente se tanti loro simili, e loro stessi, soffrono per una situazione creata ad hoc da lobby commerciali. Lo scopo è quello di togliere sempre più diritti ai lavoratori per poterli sfruttare sempre più e fare più soldi; soldi che verranno così tolti alla comunità per andare a fermarsi in qualche banca, ad accumularsi, ad arricchire sempre più quel 10% della popolazione mondiale che ha il 40% della ricchezza del pianeta.
Ebbene, do una notizia a quel 10%: non potrete andare avanti così ancora per molto. Ne sono certo.
Mi fermo qua...per ora.

giovedì 1 aprile 2010

Il popolo dormiente


Complimenti.
Il risultato di queste regionali è senz'altro da attribuire, senza ombra di dubbio, all'astensionismo. In un paese dove si vede benissimo cosa c'è che non va, quando si deve prendere una posizione si evita l'azione. Con il bel risultato di legittimare il governo scellerato di un imbonitore, un corruttore accertato, che non esita a gettar discredito sulle istituzioni quand'anche agiscono nel pieno rispetto della legge, uno che professa amore attuando l'odio, che ha un conflitto di interessi che è la vergogna dell'Italia, incredibilmente portato come fosse un vanto, un personaggio che, in uno stato rispettoso delle regole, non dovrebbe neppure fare politica!
Di una cosa sono sicuro (questa domanda dico subito che non è farina del mio sacco, ma l'ho sentita in tv fatta da Vergassola), e cioè, chi fra questi tre, Grillo, Di Pietro, o Bersani ha sottratto voti al Pd: la risposta è Bersani. Se è stata minata la coerenza del popolo di sinistra, la colpa è riconducibile solo alla cattiva politica condotta da un partito d'opposizione inesistente, che non ha contrapposto un programma credibile, sorretto magari da un comportamento esemplare nel denunciare scorrettezze e illeciti che, poi, commetteva a sua volta. Ma io vi voglio bene lo stesso, popolo della sinistra, faccio parte di voi, e con voi condivido gli ideali, le speranze, la voglia di riscatto dal potere economico che sta stritolando l'umanità e la natura. E capisco le motivazioni, anche se queste no, non le condivido, che hanno portato una così alta percentuale di noi, a regalare una - seppur talvolta risicata - vittoria alla destra.
Do tutta la mia solidarietà ai compagni del Piemonte: tenete duro! Sarà, purtroppo, l'operato di questa presidenza, a far capire lo sbaglio di avere Cota come governatore. Saranno anni difficili. Spero di sbagliarmi. Tenete duro! Teniamo duro!
Si sarebbe potuto dare un indirizzo diverso a queste votazioni. Un indirizzo decisivo verso un cambiamento... Occasione rimandata. Ci saranno altri momenti per farlo, il prossimo fra non meno di tre anni. Tre anni in cui qualcuno potrà tentare di stravolgere il nostro paese in un modo che, purtroppo, già conosciamo.
Posso dire che, se la destra si fosse vista un muro compatto di gente che è stanca di un governo che si occupa solo dei problemi del presidente del consiglio, anche se deve poi terminare con altri tre anni di mandato, si sarebbe moderata di molto nelle sue scelte politiche?
Credo di si.

 
Occorre che ci sia più coerenza tra di noi, tra la gente che vive nel mondo reale, che si trova a combattere tutti i giorni contro gli stessi problemi, ai quali si vanno ad aggiungere problemi nuovi creati dalle lobby affiancate dai politici. Occorre capire che ci sono parti migliori alle quali affidarsi, andarle a cercare, analizzarle e punirle quando ci deludono. Ma non cedere MAI allo sconforto e perdere l'unione tra di noi: ne faranno le spese le generazioni future, così come noi ne facciamo le spese per gli sbagli passati.
Avrei voglia di piangere, ma mi viene da ridere, se penso che la destra berlusconiana, nonostante abbia perso ancora più consenso rispetto alle europee, esulta da vera vincitrice con i soliti proclami e sberleffi degni di un poppante, mentre invece dovrebbe tremare alla sola idea di un popolo dormiente di sinistra, che questa volta non lo ha voluto punire, ma è lì. In agguato: aspetta, spero, il momento giusto; quella scintilla, quel impulso a ritrovare l'Unità (non il giornale); abbandonando tutte quelle piccole divergenze inutili che indeboliscono l'azione giusta e buona, che punisce i colpevoli e radia gli incapaci! Aspetta di avere una possibilità di esprimersi per cambiare veramente la storia che ancora non ha avuto. Non ha mai avuto. Chissà, la prossima, potrebbe essere la volta buona. Anche se io credo che questo, sarebbe stato il momento di iniziare ad attuarlo, il cambiamento.
Non lo sapremo mai.