A mio parere, l'unica maniera per risollevare le sorti dell'umanità è quella di rinunciare al privilegio. Ovviamente vale per chi ne ha. Si tratta infatti di ristabilire un equilibrio che si è ormai perso. Tutti, o molti comunque, godono di qualche privilegio; non sto parlando delle comodità come avere il negozio sotto casa, o avere un lavoro gratificante, no; sto parlando di come, eventualmente, queste comodità sono state ottenute: possono infatti essere state ottenute attraverso vie privilegiate che, per ottenere questo o quello, richiedono un tornaconto meramente speculativo.
Sto andando nel terreno utopico dell'empatia e del buon senso. E quindi voglio fare un esempio.
L'altro giorno, ho sentito uscire dalla bocca del Presidente del Consiglio una delle cazzate più grosse che abbia mai enunciato. Il concetto - le parole esatte non le ricordo - è che chiedere la fiducia per far passare una legge, non è un atto di prevaricazione, ma bensì un atto di coraggio. A suffragio di questa geniale tesi, ha spiegato che l'atto di coraggio si colloca nel rischio intrinseco che, se il parlamento non da la fiducia, loro se ne vanno a casa. Questa casta di privilegiati, non si stanca di prenderci per il culo. Poiché: con una legge elettorale definita porcata dal suo "inventore", la maggioranza ha potuto costruirsi il parlamento a suo piacimento; potranno mai voler andare a casa, tutti coloro che sono stati privilegiati da questa legge elettorale porcata, e che ben si collocano all'interno del governo? Domanda retorica. Ergo, voteranno la fiducia a qualsiasi legge; ergo chiedere la fiducia per una legge, mai come ora, è un atto di prevaricazione.
Questi signori sono in perfetta sintonia tra di loro, sono privilegiati, si scambiano favori per un mero tornaconto speculativo. E non sto parlando solo di chi è ora al governo. Tra loro sono in perfetta sintonia.
La sintonia manca tra la gente. Infatti, nell'impossibilità di dare e ricevere privilegi, la gente è spinta ad anelarli, in un gioco perverso di invidie (tra di noi) e sapienti manomissioni mediatiche delle notizie (create ad arte da chi di dovere); notizie che vengono date senza senso critico, in modo che non ci sia una cognizione di causa. Ma quando si perde la sintonia, quando la si perde del tutto - e ci siamo ad un passo - diventa un gioco pericoloso, anche se, certo, non altrettanto pericoloso per le classi abbienti.
La sintonia che ci potrebbe essere tra noi persone "normali" è l'unica cosa che ci può salvare dalla barbarie; quella barbarie che ha portato all'epilogo di Piazzale Loreto, che ha macchiato di orribili delitti anche gente che altrimenti ne avrebbe fatto a meno.
Ognuno di noi - basterebbe essere un po' più svegli - sa di cosa ha bisogno, oltre a lui, il suo simile ed il territorio in cui vive; sa quali sono le problematiche, quelle vere, che affliggono il suo ambiente, inteso come luogo in cui vive e lavora: basta non foderarsi le orecchie per non sentire e gli occhi per non vedere; non lasciarsi, in pratica, condizionare la testa da parole dette da gente che si vuole solo promuovere al semplice scopo di mantenere i suoi privilegi. È ora di mandare a casa tutti questi personaggi che promettono e puntualmente non mantengono, anzi, di più! Bisogna mandarli a casa e fargli pagare il conto di tanta inettitudine e menefreghismo! Essi non hanno alcun rapporto con la vita reale di noi poveri mortali; l'unico rapporto è il loro tornaconto: tutto il resto gli rimbalza. Il loro interesse per ciò che realmente accade a noi è pari a zero. È per questo che si rende necessario azzerare il privilegio; forse così facendo - non essendoci più privilegi per nessuno - si ristabilirebbe una sintonia tra le persone che le spingerebbe ad occuparsi meglio, o comunque più proficuamente, della cosa pubblica, ristabilendo una politica partecipativa alla vita della comunità civile con un interesse rinnovato e positivo.
Sono sul campo minato dell'utopia e dell'ideologia nella quale ognuno cerca e si interessa per il bene comune. Sono sul terreno - oggi impraticabile - dell'empatia e del buon senso; quel buon senso che, se condiviso ed applicato, eviterebbe guerre, carestie, soprusi ed ogni genere di prevaricazioni che oggi subiamo; subiamo noi, ed ancor più di noi, popoli non lontani; che pagano per noi, col sangue, il nostro benessere.